Romeo e Giulietta
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- Pubblicato Giovedì, 09 Marzo 2023 03:33
Quarto appuntamento con la rassegna cinematografica “Il Grande Shakespeare al Cinema” dedicata al grande poeta e drammaturgo inglese del sedicesimo secolo, nell’ambito della stagione di prosa al Teatro Camillo De Nardis di Orsogna, per la direzione artistica di Zenone Benedetto in collaborazione con il circuito regionale ACS e il Comune di Orsogna.
Venerdì 10 marzo 2023, alle ore 21.00, assisteremo alla proiezione di una delle storie d’amore più famose e popolari del mondo, ovvero il capolavoro di Franco Zeffirelli “Romeo e Giulietta”.
La pellicola, trasposizione dell’omonima tragedia shakespeariana, è fedelissima al dramma originale, sia per dialoghi e le ambientazioni, sia per la scelta di due attori giovanissimi (gli esordienti Leonard Whiting e Olivia Hussey) nei ruoli principali, rispettando così le reali età dei personaggi della tragedia, ovvero due ragazzi appena adolescenti.
“Romeo e Giulietta” è un film superbo, eccelso, moderno e appassionante, dotato di un efficace ritmo narrativo e capace di mantenere inalterati tutta la poesia e il romanticismo del capolavoro di Shakespeare.
La trama è ben nota.
A Verona divampa l’odio tra le famiglie dei Montecchi e dei Capuleti, in continua discordia fra di loro.
La figlia dei Capuleti, Giulietta, s'innamora del figlio dei Montecchi, Romeo.
Non sapendo come superare le difficoltà che ovviamente i loro genitori opporrebbero al matrimonio, i due giovani si sposano in gran segreto, ma Romeo, in seguito a un duello durante il quale uccide involontariamente il cugino di Giulietta, viene bandito da Verona.
Nel frattempo i Capuleti vogliono far sposare Giulietta.
Per risolvere il problema, il frate che celebrò il matrimonio segreto, consiglia a Giulietta di bere una pozione dall'effetto di morte apparente per quarantotto ore e poi penserà lui ad avvertire Romeo.
Ma questi, poiché il frate non è riuscito a parlargli, venuto a conoscenza della morte di Giulietta, corre al suo sepolcro e credendola morta, si uccide con un forte veleno.
Quando Giulietta risveglia trova il cadavere di Romeo e, disperata, si uccide a sua volta con il pugnale del suo amato.
Le due nobili famiglie, straziate dal dolore, abbandonano le armi di fronte ai due cadaveri e si riconciliano.
Il film fu girato in varie parti d'Italia.
Le scene del balcone di Giulietta furono girate nel Palazzo Borghese di Artena.
Il matrimonio tra i due innamorati e le scene finali della tomba di famiglia di Giulietta vennero girati nella Basilica Romana di San Pietro Tuscania.
I duelli di spade e il dialogo tra Mercuzio e Benvolio furono ambientati nel centro storico di Gubbio.
Il primo incontro tra i due innamorati, tutte le scene e la festa a casa Capuleti vennero girati a Palazzo Piccolomini a Pienza.
Nella piazza della stessa Pienza fu anche girata la scena nella quale Mercuzio, Benvolio, Romeo e tutti i compagni si recano al ballo in maschera.
Di Verona, città in cui William Shakespeare ambienta la tragedia, appare soltanto all'inizio del film, nel prologo, il panorama del centro storico.
Per il ruolo di Romeo inizialmente si pensò a Paul McCartney.
Infine dopo tre mesi di provini e trecento ragazzi venne scelto Leonard Whiting.
La colonna sonora del film è stata composta e diretta da Nino Rota e contiene nove brani, tra cui il celebre tema d’amore "What Is a Youth", testo di Eugene Walter, interpretato da Glen Weston.
Il brano “Ai giochi addio”, versione italiana di “What is a Youth”, testo di Elsa Morante, venne affidato al cantante Bruno Filippini, che nel film è il menestrello e che aveva vinto il Festival di Castrocaro insieme a Gigliola Cinquetti. Questa versione è stata interpretata anche da Luciano Pavarotti e dal soprano inglese Natasha Marsh.
Il tema d’amore ebbe numerose interpretazioni, come quelle di Fausto Papetti, Stelvio Cipriani, Ray Conniff, Richard Clayderman, Shirley Bassey, Stevie Wonder, Jackie Evancho, André Rieu, Loreena McKennitt.
La colonna sonora vinse un Nastro d'argento e due nomination per i premi BAFTA Award e Golden Globe.
Il film fu accolto da un notevole successo di pubblico, quasi quaranta milioni d’incasso solo negli Stati Uniti e vinse due premi Oscar per la fotografia di Pasqualino De Santis e per i costumi di Danilo Donati.
Natale a Casa Lucariello
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- Pubblicato Mercoledì, 01 Marzo 2023 01:18
Prosegue la stagione di prosa del Teatro Camillo De Nardis di Orsogna per la direzione artistica di Zenone Benedetto in collaborazione con il circuito regionale ACS e il Comune di Orsogna.
Dopo l’annullamento causa neve nel mese di gennaio, venerdì 3 marzo alle 21.00, i ragazzi e i volontari della compagnia teatrale “L’Aquilone” dell’Anffas Onlus di Lanciano porteranno in scena lo spettacolo "Natale a Casa Lucariello", una rivisitazione in vernacolo lancianese liberamente ispirata all'opera tragicomica di Eduardo De Filippo.
Ricordiamo che l’Anffas Onlus è un’Associazione Autonoma costituita da Soci Amici e Soci Ordinari, ossia familiari di persone portatrici di disabilità a livello psicomotorio, intellettivo e/o relazionale.
Tra i servizi offerti da questa Associazione vi è il centro diurno “L’Aquilone”, nato ventitré anni fa come Centro Socio – Educativo - Occupazionale (C.S.E.O.) per attività abilitanti e volte in particolar modo all’acquisizione dell’autonomia di vita e all’inserimento di persone con disabilità intellettiva e/o relazionale, come ad esempio il laboratorio teatrale.
Il ricavato dello spettacolo sarà devoluto in beneficenza.
Info & prevendita BIGLIETTI al numero di telefono 3286622979 e possibilità di acquisto la sera stessa dell’evento presso il botteghino del teatro.
Giufà e il mare
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- Pubblicato Venerdì, 24 Febbraio 2023 02:44
Ultimo appuntamento con la rassegna teatrale “Racconti D’Inverno 22/23 a teatro con mamma e papà” del Teatro Camillo De Nardis di Orsogna per la direzione artistica di Zenone Benedetto, in collaborazione con il circuito regionale ACS e il Comune di Orsogna.
Giufà e i suoi racconti delizieranno grandi e piccini domenica 26 febbraio alle ore 17.00.
Un cantastorie e un organettista cieco ci raccontano di Giufà, che viaggiando nel mediterraneo, tra dialetti, lingue diverse, colori e suoni, attori e personaggi, racconti e aneddoti, miti di un tempo e cose reali, identità e tradizioni, incontra e conosce tante persone diverse tra loro.
Giufà è un protagonista della narrativa popolare, un personaggio che appartiene alla tradizione orale di molti popoli del mediterraneo.
La sua personalità offre molte facce, sciocco per antonomasia, ma anche furbo, astuto, saggio, ironico.
Una figura popolare che affonda le radici nella notte dei tempi.
Il protagonista è dappertutto: si chiama “Djeha” in Algeria e in Marocco, “Goha” in Egitto, “Nasreddine Hodja” in Turchia, “Giufà” in Sicilia e Calabria, dove tuttavia è più noto come “Iugale”, “Giaffah” in Sardegna, “Gihane” a Malta, e ancora “Giucca” in Toscana, “Giucà” in Albania, “Turlulè” in Trentino.
Lo spettacolo è un tipico esempio di transumanza narrativa, quando temi uguali si ritrovano identici anche nei concetti, ma anche un viaggio attraverso il teatro, dove il gioco della finzione si cela e si svela repentinamente, i modi e le tecniche si fondono e confondono in un continuo fluire.
Le musiche, composte da Ambrogio Sparagna, musicista ed etnomusicologo tra i più noti ed affermati in Italia, eseguite per organetto, completano la dimensione del viaggio, attraverso le suggestive contaminazioni musicali.
Macbeth
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- Pubblicato Mercoledì, 22 Febbraio 2023 04:08
Terzo appuntamento con la rassegna cinematografica “Il Grande Shakespeare al Cinema” dedicata al grande poeta e drammaturgo inglese del sedicesimo secolo, nell’ambito della stagione di prosa al Teatro Camillo De Nardis di Orsogna per la direzione artistica di Zenone Benedetto in collaborazione con il circuito regionale ACS e il Comune di Orsogna.
Venerdì 24 febbraio 2023, alle ore 21.00, è la volta del macabro, cupo e orrorifico “Macbeth”, film del 1971, diretto da Roman Polansky, tratto dall'omonima opera shakespeariana.
Il film desta interesse per molteplici motivi.
E’ il primo film dopo l’immane tragedia che sconvolse la vita del regista, ovvero il tremendo assassinio della moglie Sharon Tate, incinta di 8 mesi, e di altri suoi amici, per mano della setta “Family” di Charles Manson, la notte del 9 agosto 1969, nella sua villa di Beverly Hills.
Dopo questo evento il regista fu preso da terribili sensi di colpa, cadde in depressione e dopo aver elaborato il lutto, volle lavorare a questo film.
Fin da quando era studente, infatti, egli sognava di adattare un testo di Shakespeare al grande schermo e per far ciò si avvalse dell’aiuto di Kenneth Tynan, critico teatrale britannico famoso per la sua cultura enciclopedica sul drammaturgo inglese.
Roman Polansky abbandona i toni psicologici e grotteschi dei suoi precedenti film e si addentra nel dramma epico, dandogli però un’impronta molto macabra e sanguinaria.
A tal riguardo si è a lungo discusso di quanto il dramma famigliare abbia influito sul film e si è parlato anche di una sorta di maledizione su di esso.
L’adattamento comunque è molto fedele al testo dell’opera e ne mantiene invariata l’ambientazione.
In una Scozia cupa e medievale, il generale Macbeth (Jon Finch) e il suo compagno d’armi Banquo (Martin Shaw), di ritorno da una guerra, incontrano tre streghe che predicono a Macbeth la futura ascesa al trono di Scozia e a Banquo la generazione di una stirpe di Re.
Macbeth, inizialmente scettico, comincia pian piano a credere alla profezia e sobillato dalla moglie Lady Macbeth (Francesca Annis), che alimenta le sue illusioni e il suo desiderio di potere, uccide il sovrano, Re Duncan, pugnalandolo nel sonno e facendo ricadere la colpa su due guardie, che vengono giustiziate seduta stante.
Divenuto Re di Scozia, ricordandosi che la profezia indicava Banquo come padre di futuri Re, Macbeth fa uccidere anche lui per mano di due sicari.
La scia di violenza procede e Macbeth, non pago, stermina la famiglia del nobile Macduff (Terence Bayler) e una nuova visita alle streghe lo convince del suo essere invincibile.
Ma ad un certo punto Lady Macbeth, forse preda di rimorsi per gli efferati crimini commessi, impazzisce e si suicida e Macbeth viene ucciso da nobili rivoltosi, che riportano sul trono l’erede legittimo Malcolm.
Per le parti principali di Macbeth e Lady Macbeth, Polanski scelse liberamente attori sconosciuti, giovani e carini.
Francesca Annis e Jon Finch infatti all’epoca avevano rispettivamente 26 e 29 anni.
Tuesday Weld rifiutò la parte di Lady Macbeth perché alcune scene erano nude e Annis accettò il ruolo dopo averci riflettuto molto.
Per la scena del sabba delle streghe, Polanski ebbe difficoltà a scritturare comparse anziane che recitassero nude e quindi la scena venne molto ridimensionata ed accorciata.
Il film fu girato in Gran Bretagna, in Galles e nel Northumberland sulla costa nord-est inglese.
La produzione subì ritardi e problemi a causa del maltempo e del carattere puntiglioso e petulante del regista, che frequentemente girava le scene in prima persona, cavalcava prima delle riprese e si metteva al posto del cameraman per ottenere l'inquadratura voluta.
Per la colonna sonora del film, Polanski scritturò la Third Ear Band, un gruppo musicale di successo, che compose brani originali appositamente per la pellicola, aggiungendo musica elettronica, elementi di musica indiana e jazz a percussioni, strumenti a fiato, legni e archi, ispirandosi alla musica medievale scozzese.
Il film appena uscito fu un vero e proprio flop.
Di qui la maledizione che aleggiava su esso.
Alla sua uscita nelle sale Macbeth fu accolto da pareri contrastanti, con critiche negative soprattutto sulla violenza contenuta nel film, alla luce degli omicidi Manson, e sulle scene di nudo.
La reputazione del film crebbe con il passare del tempo e oggi viene considerato dai critici come “un grande pezzo di cinema”.
Amleto
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- Pubblicato Mercoledì, 08 Febbraio 2023 04:28
Prosegue con successo la rassegna cinematografica “Il Grande Shakespeare al Cinema” dedicata al grande poeta e drammaturgo inglese del sedicesimo secolo, nell’ambito della stagione di prosa al Teatro Camillo De Nardis di Orsogna per la direzione artistica di Zenone Benedetto in collaborazione con il circuito regionale ACS e il Comune di Orsogna.
Il secondo appuntamento, venerdì 10 febbraio 2023 alle ore 21.00, è con “Amleto”, celebre film del regista italiano Franco Zeffirelli.
Dopo “La Bisbetica domata” e “Romeo e Giulietta”, per la terza volta Franco Zeffirelli torna a Shakespeare cimentandosi con quello che è considerato il capolavoro del celebre artista inglese: l’Amleto, una delle più grandi opere della letteratura di tutti i tempi.
Il film racconta di Amleto, principe di Danimarca, il quale scopre che suo padre è stato ucciso a tradimento con un veleno dal fratello Claudio, che ne ha usurpato il trono e sposato la moglie. Il giovane principe medita vendetta e per compiere il suo piano finisce per coinvolgere involontariamente la giovane Ofelia, innamorata di lui, e il padre di lei Polonio. Il principe infatti si fa credere pazzo e la giovane donna ne soffre fino a suicidarsi. Con la complicità di alcuni attori girovaghi a palazzo, Amleto fa mettere loro in scena un dramma identico alla sua vicenda familiare per avere dalle reazioni dello zio e della madre la conferma dei suoi atroci sospetti. La vendetta sarà tremenda e inesorabile, ma porterà tutti nella tomba, persino lo stesso Amleto.
Franco Zeffirelli realizza un'opera di vasta spettacolarità, affidandosi ad un cast prestigioso.
Il regista resta molto fedele al testo shakespeariano, ma effettua tagli data l’ampiezza dell’opera, privilegiando più il dramma della gelosia e della vendetta, piuttosto che le complicazioni esistenziali e le titubanze di Amleto.
Il protagonista infatti è un giovane ambizioso, intelligente e educato, risoluto, spavaldo e ben poco sofferente, intenzionato a perseguire unicamente il solo scopo della vendetta senza contrattempi né odissee narrative.
Per la sua interpretazione il regista sceglie un attore famoso per i film d’azione, Mel Gibson, che accettò con entusiasmo di recitare nel film, in quanto appassionato di Shakespeare, di cui aveva già recitato diversi ruoli a teatro anni prima.
Il film ridimensiona quindi l’aspetto politico e storico della vicenda, privilegiando i rapporti, in particolare quello fra madre e figlio, tanto intenso e profondo da sfiorare l’incesto.
Celebre la scena del bacio in bocca.
Il film ha avuto due candidature agli Oscar per la Miglior scenografia e i Migliori costumi e ha vinto nel 1991 il David di Donatello per il Miglior film straniero.
E’ stato girato in varie località della Scozia (fra cui Aberdeenshire, Blackness Castle, Blackness e Falkirk), nel castello di Dover, altri luoghi dell'Inghilterra e Thionville, Francia.
Le riprese durarono dal 23 aprile al 14 giugno 1990.
Da segnalare la voce di Giancarlo Giannini per Mel Gibson.
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