Il Comune di Orsogna (Chieti) è stato premiato da Legambiente per avere ottenuto uno dei migliori risultati in Abruzzo nella gestione dei rifiuti, con una raccolta differenziata pari al 67,89% (quarto migliore risultato in provincia di Chieti, 17esima a livello regionale).
«Gli sforzi profusi in questi anni - spiega il sindaco, Alessandro D'Alessandro, il quale ha ritirato il premio lunedì scorso a Pescara - ci stanno "premiando". La conferma delle percentuali del passato, che negli ultimi due anni sta sfiorando quasi il 70% della raccolta differenziata, è frutto di un lavoro di "squadra": Amministrazione Comunale, cittadini e ditta incaricata. Queste le scelte adottate negli ultimi anni:
- Estensione del porta a porta all'intero territorio comunale, contrade comprese (con fornitura gratutita del set di bidoncini, grazie a un contributo regionale assegnatoci proprio quale "Comune Riciclone");
- Tutto ciò ha favorito la crescita della percentuale, la forte riduzione del fenomeno dell'abbandono e dello scandalo delle isole ecologiche che, per l'inciviltà degli incoscienti, erano diventate vere e proprie discariche a cielo aperto.
- Qualche settimana fa abbiamo partecipato a un nuovo bando regionale per l'assegnazione di una somma che sarà utilizzata per acquistare e distribuire un quarto bidoncino (impiegato per differenziare ulteriormente il vetro dalla plastica), per comprare il kit di buste e realizzare una nuova campagna informativa.
Un ruolo importante - sottolinea il sindaco - ha avuto la Cittadinanza che, grazie alla sensibilità dimostrata, ci ha consentito da sempre di conseguire risultati ottimi che hanno scongiurato l'applicazione dell'ecotassa prevista per i Comuni con percentuali inferiori al 65% (noi siamo al 68% nell'anno 2012, quasi al 70% quest'anno anche se mancano i dati dell'ultimo mese). Un grazie infine alla ditta orsognese che, altro aspetto positivo, ha impiegato manodopera locale».
Tabella - La classifica dei Comuni ricicloni
Di seguito il comunicato stampa di Legambiente Abruzzo
Ecco i Comuni Ricicloni d’Abruzzo.
La premiazione è avvenuta
lunedì 16 dicembre a Pescara
Legambiente: «Occorre accelerare verso uno scenario
di gestione integrata che assuma
a riferimento il bacino regionale»
Sono stati premiati lunedì 16 dicembre a Pescara i 35 Comuni abruzzesi che risultano aver raggiunto l’obiettivo del 65% di RD (raccolta differenziata) nel rapporto 2013 di “Comuni Ricicloni” di Legambiente. La cerimonia, legata all’iniziativa di Legambiente che premia le comunità locali, amministratori e cittadini che hanno ottenuto i migliori risultati nella gestione dei rifiuti, si è svolta al termine del workshop Riciclabruzzo, organizzato da Legambiente e Regione Abruzzo per parlare del percorso verso il nuovo piano regionale di gestione dei rifiuti, di raccolta e di selezione per il massimo riciclo di materia, e di gestione dei rifiuti verso la tariffazione puntuale.
I premiati.
Nell’edizione 2013, che cade all’interno del ventennale di “Comuni ricicloni”, la percentuale media abruzzese della raccolta differenziata è pari a 37,6% ed ha raggiunto un livello in linea con la media nazionale dei rifiuti raccolti.
Nel rapporto 2013, il dato di raccolta differenziata medio regionale dell’anno 2012 è ancora sotto di circa 30 punti percentuale rispetto alla soglia di legge, con prestazioni medie al di sopra del 46% (conseguite nei territori delle province di Chieti e Teramo) o inferiori al 30% (nei territori delle province di Pescara e L’Aquila). Si evidenziano, tuttavia, margini tecnici ed economici di miglioramento, anche grazie agli incentivi messi in campo dalla Regione Abruzzo.
L’obiettivo del 65% di raccolta differenziata è stato perciò conseguito dall’11,48% dei 305 Comuni abruzzesi. I 35 Comuni premiati lunedì 16 dicembre sono: Goriano Sicoli (con l’82,92% della raccolta differenziata), Massa D'Albe, Fara San Martino, Turrivalignani, Torre de' Passeri, Secinaro, Molina Aterno, Giuliano Teatino, Torrevecchia Teatina, Pratola Peligna, Torano Nuovo, Castel Di Ieri, Canzano, Cansano, Civitella Roveto, Pettorano sul Gizio, Orsogna, Balsorano, S. Egidio Alla Vibrata, Raiano, Crecchio, Pacentro, Acciano, Cocullo, Manoppello, Prezza, Tossicia, Montefino, S. Omero, Corfinio, Gagliano Aterno, Cepagatti, San Valentino in A.C., Castelvecchio Subequo ed Anversa degli Abruzzi (65,38%). Una menzione speciale è stata assegnata ai 16 Comuni che fanno parte del consorzio Cogesa, per l’ottimizzazione della gestione dei rifiuti.
Il quadro.
Ci troviamo ancora di fronte ad una elevata frammentazione nel servizio di raccolta porta a porta, che invece è strategica per l’ottenimento delle più alte prestazioni di RD, e la disponibilità impiantistica risulta ancora distribuita in modo non omogeneo nelle diverse province abruzzesi. Parte dell’impiantistica di TMB (trattamento meccanico-biologico) esistente in regione risulta non operativa, per fermi impianto legati a criticità gestionali e/o societarie. Quella attiva risulta principalmente vocata alla successiva collocazione a discarica del rifiuto trattato: oltre il 70% dei flussi di rifiuti in uscita dagli impianti TMB abruzzesi nel 2012 risulta essere stato destinato a impianti fuori regione. Il conferimento fuori regione ha riguardato circa la metà del flusso di rifiuti avviati a discarica e la totalità del CSS (combustibile solido secondario) avviato a recupero energetico.
«Siamo al giro di boa – spiega Giuseppe Di Marco, neodirettore di Legambiente Abruzzo – bisogna accelerare verso uno scenario di gestione “integrata”, che assuma a riferimento il bacino regionale. È una possibilità concreta, vista la costituzione dell’ATO unico: un nuovo scenario, che potrà favorire da un lato l’ottimizzazione della gestione del Pubblico, e dall’altro lo sviluppo della filiera industriale del riciclo e del recupero di materia nell’ottica della Green Economy. Questo aprirà a nuovi mercati, che porteranno gli investimenti privati fuori dalla cultura della discarica. Vanno rafforzati gli obiettivi:di prevenzione, di riduzione della produzione, dell’avvio al riutilizzo, massimizzando il riciclaggio e le politiche di prevenzione per fare in modo che, prima di tutto, si possa ridurre e riciclare. Occorre inoltre rivedere il sistema degli incentivi: la discarica e il recupero energetico devono essere le due opzioni più costose, il riciclaggio e la prevenzione quelle più economiche. È necessario, infine, promuovere serie politiche di prevenzione con il principio del “chi inquina paga”. La svolta è dietro l’angolo, ma la strada non è affatto in discesa».